16/05/24
AMITAP (rielaborazione tecnica e normativa – DM 25/2012, EFSA)
Trattamento acqua potabile: cosa dire e cosa evitare
Le parole contano: non si deve mai far credere che l’acqua di rete non sia potabile. Il trattamento serve a migliorarne le caratteristiche, non a renderla potabile.

Negli ultimi mesi il settore del trattamento acqua potabile è stato oggetto di critiche strumentali. È fondamentale distinguere tra chi lavora seriamente e chi sfrutta comunicazioni scorrette.
L’acqua di rete in Italia è già potabile e conforme alla legge. Parlare di “depuratori” o “potabilizzatori” in modo ambiguo induce allarme ingiustificato nei consumatori. Alcuni termini, come “purificatore”, sono da evitare: veicolano l’idea di un’acqua “pura” che non esiste, perché l’acqua deve contenere sali minerali utili al corpo umano.
La legge (DM 25/2012 e regolamento EFSA) permette di riportare solo claim approvati. È quindi vietato proporre il trattamento dell’acqua come soluzione a patologie o con promesse miracolose, pratica ingannevole e penalmente rilevante.
Perché trattare allora l’acqua già potabile? Per migliorarne le caratteristiche organolettiche (gusto, odore), rimuovere residui della rete domestica o inquinanti specifici (PFAS, nitrati, trialometani). Inoltre, ridurre il consumo di plastica e bottiglie usa e getta è un beneficio ambientale importante.
Per AMITAP il messaggio è chiaro: solo informazione corretta e manutenzione professionale garantiscono sicurezza, trasparenza e sostenibilità.



