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07/02/25

Roberto La Pira – Il Fatto Alimentare (rielaborato da AMITAP)

PFAS nell’acqua di rubinetto e minerale: come difendersi

Uno studio segnala PFAS nel 79% dell’acqua potabile in Italia, ma la contaminazione nel rubinetto è superiore a quella nelle acque minerali. Ecco come tutelarsi.

PFAS, Acqua potabile, Rubinetto vs minerale, Normative

Un’indagine condotta da Greenpeace e PAN Europe ha acceso i riflettori sulla presenza dei PFAS nell’acqua potabile in Italia. Secondo i dati, il 79% dei campioni analizzati contiene queste sostanze chimiche, definite “eterne” perché non si degradano nell’ambiente. I valori medi risultano più elevati nell’acqua di rubinetto (circa 740 ng/L) rispetto a quella minerale in bottiglia (circa 278 ng/L).

Il Decreto Legislativo 18/2023, che recepisce la direttiva europea, ha fissato limiti più severi (500 ng/L per la somma dei PFAS totali e 100 ng/L per 24 sostanze prioritarie). L’applicazione completa scatterà nel 2026, ma diversi esperti chiedono già soglie più basse e controlli più frequenti.

In attesa di dati ufficiali aggiornati da parte del Ministero della Salute, i cittadini possono tutelarsi scegliendo impianti di trattamento certificati, come filtri a carbone attivo o sistemi a osmosi inversa, da utilizzare al punto d’uso. La manutenzione regolare, eseguita da professionisti qualificati, resta il fattore decisivo per garantire acqua sicura e di qualità.

Per AMITAP questo tema dimostra quanto sia fondamentale una gestione seria e trasparente degli impianti idrici: solo con tecnologie certificate e manutenzione costante è possibile ridurre i rischi legati ai PFAS e proteggere la salute delle famiglie.

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